Gesu’ amava le donne perche’ erano state collocate in un distretto ben chiaro e definito. Non avevano diritto di parola”. Lo ha detto il Premio Nobel Dario Fo, 90 anni da poco compiuti, in collegamento streaming con il Salone del Libro di Torino dove non e’ potuto intervenire, a causa di una bronchite, a presentare il libro-conversazione con Giuseppina Manin ‘Dario e Dio’ (Guanda). “Le donne che ascoltavano Gesu’ erano le lavoratrici che in certe stagioni andavano a raccogliere frutti, a lavorare la terra. Le ultime nella scala sociale, erano quelle mille che stavano ad ascoltarlo, gli uomini erano sicuramente di meno” ha aggiunto il Nobel. Anche dopo la morte “Gesu’ si fida solo di Maria Maddalena. Vuole che sia lei a raccontare di averlo visto vivo” ha aggiunto Fo, sottolineando quanto Papa Francesco abbia fatto “per le donne tenute in disparte, e non e’ sempre stato cosi'”. Nel suo intervento in streaming, Fo e’ partito dalle contraddizioni di un “Dio che crea un figlio e subito lo tratta male, pretende ubbidisca dopo aver dichiarato che c’e’ il libero arbitrio. Caccia Adamo ed Eva dal Paradiso e li avverte che
soffriranno, patiranno la fame e la sete”. E su queste “quattro chiacchiere con il creatore” come le ha definite Fo, ha regalato al pubblico dell’affollatissima Sala Gialla del Salone anche due performance inedite: un monologo diretto al Padreterno in persona del poeta Bonvesin della Riva, poco noto, nato prima di Dante, e un altro dedicato alla storia di Abramo e Isacco. “Fo e’ l’ateo piu’ interessato a Dio e al sacro che si conosca” ha sottolineato il presidente di Guanda, Luigi Brioschi, presente all’incontro con Giuseppina Manin che ha spiegato: “Quella sul sacro e il divino e’ una delle indagini piu’ attente di Dario”.