Garantire le condizioni per convivere con il sisma è oggi una priorità assoluta. È il momento della concretezza, delle competenze, di servizi solidi e di una vigilanza attiva. Ma soprattutto, è il momento delle risposte. Cedere al panico sarebbe un errore imperdonabile, così come lo sarebbe ignorare i dubbi legittimi dei cittadini di fronte a uno sciame sismico che continua ad abbattersi sulla popolazione già provata da mesi di incertezze.
Serve un’assunzione di responsabilità a tutti i livelli, a partire dalla politica. Non bastano slogan e appelli alla convivenza con il sisma: le istituzioni devono garantire che questa convivenza sia possibile e sicura. I cittadini chiedono certezze e hanno ragione. In una terra magica ma martoriata, la normalità può essere solo quella della convivenza con il fenomeno, ma vivere nella paura e nell’emergenza costante è un prezzo troppo alto da pagare.
Se le istituzioni vogliono davvero tutelare i residenti e le loro case, devono dimostrare competenza e pragmatismo. La firma del ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, sullo stato di mobilitazione nazionale è certamente un passo avanti. Questo provvedimento consente alla Protezione Civile di coordinare gli interventi e supportare le autorità regionali nell’assistenza alla popolazione. Tuttavia, affinché ciò sia efficace, è fondamentale che ogni livello istituzionale si assuma le proprie responsabilità.
La domanda che tutti si pongono è: saranno in grado di farlo? Perché fino ad oggi non è stato così? I cittadini hanno bisogno di risposte chiare anche su un aspetto cruciale: le vie di fuga. Non possono restare cantieri eterni. Troppi ostacoli, troppi lavori in corso stanno paralizzando la viabilità. Una via di fuga, per essere tale, deve essere libera e accessibile, altrimenti diventa una trappola mortale.
È inaccettabile che, dopo anni di ritardi e burocrazia, si debba ancora parlare di inefficienza e di cantieri senza fine. Il tempo è un lusso che non ci si può più permettere. I cittadini chiedono sicurezza, azioni concrete, non promesse. E soprattutto, chiedono di non essere lasciati soli.
Fate presto. Il tempo stringe.

M.O