Indifferente alle assenze per infortunio di Buongiorno e Olivera e a quella più inquietante di Kvaratskhelia, probabilmente destinato a non calcare più il prato del Maradona in maglia azzurra, il Napoli si sbarazza senza troppe difficoltà del Verona e si conferma capolista, sia pure in attesa che l’Inter recuperi le due partite che ha in arretrato. Finisce 2-0 per la squadra di Conte ma la differenza di caratura tecnico-tattica e perfino di condizione atletica tra le due squadre è ben più evidente di quel che dica il punteggio. Il Napoli domina in lungo e in largo, sembra quasi che la squadra di Conte si diverta a provare le giocate e mostra anche un accanimento sul piano agonistico che sicuramente rende felice il suo allenatore, Il Napoli è molto aggressivo sin dalle prima battute di gioco e costringe subito il Verona a chiudersi nella propria area di
rigore a difesa della porta di Montipò. Il disegno difensivo della squadra di Zanetti subisce però un duro colpo dopo soli 4′
perché il Napoli passa in vantaggio. L’azione parte da Politano sulla destra e prosegue con Di Lorenzo che scambia con Lukaku e fa partire un tiro ad effetto che manda il pallone a battere sul palo e dopo aver carambolato sulla schiena di Montipò finisce in rete. Lo svantaggio non fa mutare di una virgola la tattica
impostata da Zanetti. Il Verona rimane guardingo e tenta di
contenere le offensive dei padroni di casa, cerando d sfruttare
qualche buona possibilità di offendere che si presenta di tanto
in tanto, soprattutto quando nella fascia centrale del terreno di
gioco gli azzurri commettono qualche errore nella misura dei
passaggi.
Il Napoli nel prosieguo della prima frazione di gioco
costruisce altre due limpide occasioni di gol, prima con Anguissa
e poi con MacTominay che concludono sopra la traversa, pur
trovandosi entrambi a quattro o cinque metri dalla linea di
porta.
L’aggressività della squadra di Conte è ancor più intensa
all’inizio della ripresa e il Verona resta schiacciato nella
morsa degli avversari senza riuscire a mettere il naso fuori
dalla propria metà campo.
Al 16′ gli azzurri trovano il raddoppio con Anguissa che
scambia con Lukaku e dal limite dell’area di rigore fa partire un
tiro di sinistro che si infila alla sinistra di Montipò.
Conte a questo punto dà spazio ai giocatori della panchina e
fa entrare Mazzocchi, Raspadori, Ngonge e Simeone. Anche Zanetti
tenta di cambiare l’equilibrio della sfida con le sostituzioni,
ma i toni agonistici della gara si abbassano progressivamente
senza che le squadre riescano a creare grandi problemi alle
avversarie, tranne una conclusione di Ngonge a quattro minuti
dalla fine che sfiora la traversa.
Il Napoli, che è atteso da un mini ciclo di ferro con
Atalanta, Juventus e Roma da affrontare una dopo l’altra, ottiene
lo scopo di confermare la propria posizione al vertice della
classifica e dà buoni motivi il pubblico del Maradona per
cominciare a rassegnarsi all’idea di dover salutare Kvaratskhelia
senza troppi rimpianti.