Un flash mob estemporaneo in Piazza De Ferrari, con gli studenti del Convitto Colombo che hanno intonato canti tradizionali ebraici e hanno deposto ciotoli sotto uno striscione con scritto “non dimenticare”, ha preceduto la cerimonia del Giorno della memoria, che si è tenuta nel Sala del Gran Consiglio di Palazzo Ducale. Al ricordo delle deportazioni hanno preso parte Aned, Comunità Ebraica, molte associazioni, studenti e insegnanti. Il ricordo della Shoah deve rimanere intatto, ha spiegato il Sindaco di Genova, Marco Doria. “Una memoria che mantiene la verità storica su fatti drammatici che nessuno può negare, l’ignobile sterminio degli ebrei, ma anche di tutti coloro che portavano cuciti sulle casacche i triangi di diverso colore, gli ebrei, ma anche gli zingari, gli omosessuali, i prigionieri politici. Questo sterminio è un monito per agire anche ai giorni nostri – ha concluso il Sindaco – dove il virus dell’antisemitismo e dell’intolleranza nei confronti del diverso è sempre presente. Dobbiamo essere consapevoli che serve un forte ancoraggio a valori di tolleranza, rispetto e democrazia, e una ferma azione politica che non lasci spazio a posizioni di intolleranza comunque siano connotate”. L’orazione ufficiale è stata tenuta da Bruno Maida, Docente di Scienze della Formazione all’Università di Torino, che ha legato la memoria della Shoah alla prospettiva dei bambini che ne furono vittime. “Parlare di Shoah dei bambini significa andare al cuore del progetto nazista – ha sottolineato Maida – da Erode in poi, uccidere i bambini significa rendere impossibile la prosecuzione e la vita di un gruppo. Questa, quindi, è una metafora ma è anche un concreto progetto nazista”. Al termine della cerimonia sono stati premiti gli studenti che hanno partecipato al concorso provinciale “I giovani ricordano la Shoah