Questo il titolo del congresso che si è  tenuto nei giorni scorsi  presso il Lloyd’s Baia Hotel e che vede come Responsabile scientifico il Dott. Donato Notarfrancesco, Responsabile dell’Uoc ortopedia e traumatologia della “Casa di Cura Salus” di Battipaglia.

L’osteotomia intorno al ginocchio è stata in passato una tecnica ben consolidata nel trattamento dell’osteoartrosi monocompartimentale di questa articolazione. Fu in gran parte abbandonata in seguito al successo degli interventi di sostituzione, monocompartimentale e totale. Rispetto alle sostituzioni, infatti, l’osteotomia era considerata una procedura impegnativa con un risultato più imprevedibile e associato a complicanze significative.

Ma negli anni Novanta, nella medicina dello sport, il ruolo della correzione del disallineamento del varo nel trattamento delle lesioni legamentose e dello squilibrio del ginocchio ha portato a una rivalutazione dell’osteotomia. Inoltre, nuove conoscenze hanno portato a un rinnovato interesse sulle influenze del disallineamento sullo sviluppo e sui sintomi dell’osteoartrosi.

Nel 2005, l’International Society of Arthroscopy, Knee Surgery e Orthopedic Sports Medicine (Isakos) ha formulato linee guida migliori per la selezione dei pazienti candidati all’osteotomia, sono state sviluppate nuove tecniche e si sono realizzate placche di fissazione che forniscono una stabilità iniziale superiore. Tutti questi fattori hanno riportato in auge le osteotomie di ginocchio.

“Le osteotomie stanno guadagnando attenzione nel panorama dell’ortopedia moderna, poiché

rappresentano interventi fondamentali per migliorare la funzionalità articolare e alleviare il dolore in pazienti affetti da diverse condizioni, come l’artrosi e le malformazioni congenite.

Recenti studi hanno dimostrato l’efficacia delle osteotomie nel ripristinare l’allineamento corretto delle articolazioni, riducendo o rimandando la necessità di interventi più invasivi. Inoltre, l’approccio personalizzato consente ai chirurghi di adattare le tecniche alle specifiche esigenze di ciascun paziente, ottimizzando così i risultati e accelerando il recupero – così continua il Dott. Notarfrancesco- Questi interventi, un tempo accantonati a causa dell’alto tasso di complicanze, hanno ritrovato nuova vitalità grazie all’uso di placche a stabilità angolare. Insieme a tecnologie avanzate, come la chirurgia assistita da computer e le guide chirurgiche, tali innovazioni hanno ulteriormente migliorato l’accuratezza degli interventi e abbreviato i tempi di recupero, contribuendo così a una maggiore soddisfazione dei pazienti”.

Interessante il confronto nato dalla discussione che ha preso vita durante il convegno, tra esperti nel settore a livello nazionale, si sono cosi messe in luce le ultime novità in questo campo, presentando indicazioni, limiti, casi clinici, discussioni su protocolli di riabilitazione.