“Nel 2024, non prendere in  considerazione il fatto che il modello di sviluppo economico esistente, ha compromesso il clima e necessita di un nuovo approccio politico e culturale per la cura delle cause che determinano questo stato di siccità ormai cronicizzato. Ci si aspetta una programmazione sia delle infrastrutture che delle politiche per il clima che non sono più rinviabili per un Paese che tali sfide ha da vincerle se non vuole proseguire a rincorrere, con i soli contributi a pioggia, il peggioramento dello stato ambientale ed economico di questo importante pezzo di Paese”. Lo affermano i presidenti di Legacoop delle regioni del Mezzogiorno che in una nota “esprimono angoscia e preoccupazione per la drammatica siccità che sta attanagliando le regioni del Sud ed in particolare per le condizioni in cui versano la Sicilia, la Sardegna la Puglia , la Basilicata e la Calabria”. “Gli allevatori, i produttori e le aziende del comparto agroalimentare – prosegue la nota – sono quelli che stanno pagando il prezzo più alto di una crisi che certamente risente
dei cambiamenti climatici e del surriscaldamento del clima ma
che, al contempo, è la diretta conseguenza dell’assenza di una
visione e di una politica infrastrutturale in grado di garantire
un sistema idrico efficiente e funzionale. Le dighe e gli
invasi del mezzogiorno , infatti, rappresentano il simbolo
dell’incuria e dell’abbandono, basti pensare , per citare un solo
dato , che il 50 % delle dighe Siciliane non è mai stato
collaudato, quasi tutti gli invasi del Mezzogiorno registrano una
riduzione d’acqua che supera il 50 % e che sfiora il 65% in
alcune Regioni rispetto alla dotazione degli scorsi anni. “La
crisi dovuta alla siccità – è detto ancora – ha, in primo luogo
messo in evidenza la fragilità, la debolezza, delle
infrastrutture del Mezzogiorno e con essa l’assenza di una
complessiva visione politica ed economica. La grave crisi che
sta attanagliando le regioni del Mezzogiorno che mal si concilia
con quanto previsto dall’autonomia differenziata, andrebbe
affrontata dal Governo Nazionale con maggiore consapevolezza e
con un approccio più deciso”. Per Legacoop “servono risorse,
serve una cabina di regia Nazionale coordinata dalla Protezione
Civile in grado di individuare punti di debolezza e criticità
infrastrutturali, servono provvedimenti straordinari in grado di
alleviare i disagi delle aziende agricole e zootecniche
altrimenti vocati al default ed alla chiusura. Le misure
previste dal D.L. Agricoltura , seppur volte ad attenuare le
perdite in agricoltura, non sono sufficienti ad impedire la crisi
irreversibile delle aziende agricole e zootecniche del sud del
Paese”.