Di Laura Caico
Il racconto di una vita fenomenale. “Testardo variabile in cerca di bellezza. La vita straordinaria di Eddy Monetti” libro sulla sfaccettata esistenza di Eddy Monetti (pubblicato da Iuppiter e corredato da foto d’autore tratte dall’Archivio Famiglia Monetti, Archivio Ruggieri, Archivio Iuppiter, Rino Barillari, Tony Baldini) è stato presentato in un affollatissimo pomeriggio in Villa comunale a Napoli nei saloni del prestigioso Circolo Tennis guidato dal presidente Riccardo Villari: ha preso vita una conversazione a più voci – brillantemente moderata da Titti Improta – tra l’editore Max De Francesco, i giornalisti Marco De Marco e Gianni Ambrosino, gli attori Gino Rivieccio, Patrizio Rispo e Sebastiano Somma con la moglie Morgana Forcella, con la partecipazione della cantante Monica Sarnelli per l’omaggio musicale finale , il brano composto da Eddy per Peppino di Capri “L’ultima sera” che lei ha cantato accompagnata al pianoforte da Sally Monetti.
La storia di Eddy Monetti – stilista napoletano molto apprezzato in campo internazionale – e del suo multiforme e sbalorditivo talento si è snodata attraverso aneddoti, flashback, episodi sconosciuti del suo percorso lavorativo, stralci di brani letti dal vivo a un pubblico di amici, clienti e sodali della famiglia Monetti, una griffe veracemente napoletana che deve il suo successo a cinque generazioni di amanti del bello e creatori di moda: la figura di Eddy, giornalista, scrittore, autore della raccolta di aforismi “Campionario per tutte le stagioni”, autore di canzoni, maestro di gusto e signorilità, emerge nitida dai ricordi dei conversatori come Ambrosino che sottolinea “era il number one dell’eleganza, della classe di questa città, riferimento unico dal punto di vista stilistico con cui non era sempre facile andare d’accordo ma che sapeva far trionfare l’amicizia su tutto, rasserenando gli animi dopo qualche baruffa” e di Max de Francesco che – evidenziando il forte impulso dato da Sally Monetti alla stesura e alla realizzazione del libro – ha affermato “Eddy sapeva che la vita andava vissuta intensamente ed è quello che ha fatto sempre.”
Rivieccio, da consumato showman, propone una chiave di lettura ironica raccontando la vicenda del nodo alla cravatta fattogli poche ore prima del suo matrimonio con Alessandra D’antonio proprio dallo stilista, arrivatogli in casa a sorpresa insieme ad Ambrosino, causando una certa agitazione nel già emozionato sposino….
Mentre Marco De Marco descriveva un certo imbarazzo creato in redazione dall’impostazione che Eddy- appena approdato al Corriere del Mezzogiorno – voleva dare ai suoi articoli, sfidando le resistenze di un collettivo decisamente agli opposti in campo politico, Max Di Francesco ha evidenziato come Eddy “cercava la sintesi nell’eleganza della cultura e nella vita e – come recita l’aforismo “non esistono i sogni per tutti nell’ufficio degli oggetti smarriti” – voleva vivere intensamente la sua vita, consapevole della sua caducità. Il modus vivendi di Eddy viene spiegato da un brano del libro letto da Sebastiano Somma in cui si afferma che “in un mondo di esasperato culto delle apparenze c’è una preoccupante scarsità di eleganza, si tende alla retorica, al narcisismo, all’esagerazione, al desiderio di far colpo a tutti i costi: si tende troppo spesso a strafare e tradire non solo nell’abbigliamento ma anche nel comportamento e nel modo di esprimersi. L’eleganza non è appariscente, non è fatta di esibizionismi: essa e’ stile, consapevolezza, misura, un’equilibrata mescolanza di istintivo buon gusto e scelte precise, è cura della sostanza e di minuziosa attenzione a ogni dettaglio, e’ cortesia e rispetto per gli altri.”
Sulla necessità di porre attenzione al modo in cui ciò che diciamo, facciamo o mostriamo può essere percepito discorrono poi i vari intervenuti: in un altro passaggio del libro (curato da Gianni Ambrosino, con la grafica di Carlo Fontanella, le traduzioni in inglese di Iolanda Monetti e Carmela Gentile, la consulenza tipografica di Giovanna Fontanella e la prefazione di Paolo Del Debbio) si legge che “non occorre a Napoli né un formale galateo, non un cerimoniale ipocrita, non un banale e passivo adeguarsi alle convenzioni ma un più profondo sentimento di civiltà. L’eleganza non è falsa e bugiarda, non è una crosta di apparenze che nasconde l’ambiguità e l’inganno: l’eleganza è sobria e la sobrietà elegante è di Monetti.”
Tra i presenti, Enzo e Annalisa De Paola, Simona de Saint Pierre con il presidente Lilt di Napoli Adolfo Gallipoli D’Errico, le giornaliste Ada Vittoria Baldi, Brunella Cimadomo e Santa Di Salvo, il presidente BCC Napoli Amedeo Manzo, Gianni Conte con Adele Monaco, Marinì Ajello, Marinella Monetti, Sergio Troise, Ada Puca e Maurizio Maddaloni, Maria Di Pace, Gianfredo