Strategie di rilancio, giovani e formazione, prodotti di qualita’ . Sono queste le parole piu’ pronunciate alla cerimonia di itapertura dell’edizione 106 di Pti Uomo, al via oggi alla Fortezza da Basso di Firenze con 790 marchi in mostra con le collezioni per la primavera/estate 2025. Un’edizione che davvero punta a definirsi come uno spartiacque in grado di supportare i brand del Made in Italy nella riscossa (11,9 miliardi di euro il fatturato del menswear del 2023, raggiunti grazie soprattutto ad un export in crescita del +6,6%). Per l’industria della moda “il periodo non e’ facile – dice Dario Nardella, sindaco uscente di Firenze e parlamentare europeo neoeletto, intervenendo alla cerimonia – c’e’ chi riesce a resistere bene nonostante le difficolta’ , ma e’ ora il momento in cui dobbiamo parlare di sfida, di svolta e di rilancio.
Questa edizione di Pitti sara’ l’edizione della sfida e del rilancio”. E in questo confidano molti degli imprenditori seduti
in sala. “E’ il mio ultimo saluto da sindaco a Pitti Uomo, – ha continuato Nardella – ma Pitti avra’ il suo parlamentare europeo, pronto a difendere le ragioni della moda”. Intanto al salone sono attesi soprattutto i buyer esteri. “In
occasione delle pre-collezioni ho incontrato tanti buyer americani e asiatici, verranno tutti, sara’ un Pitti estivo
eccezionale”, ha detto Antonio De Matteis, presidente di Pitti Immagine, ricordando inoltre l’importanza di parlare di
prodotto, di Made in Italy di qualita’ e di giovani, che “hanno voglia di imparare: sono gia’ bombardati di immagini sui telefoni e sui tablet, ma vogliono informazioni, vogliono capire com’e’
fatto il prodotto ed e’ da li’ che dobbiamo ripartire”. Proprio
questi temi – rilancio, giovani, prodotto – fanno da sfondo a un
anno, il 2024, che si presenta come “lo spartiacque fra un mondo
che e’ stato, e un mondo futuro ancora non chiaro”, ha detto
Sergio Tamborini, presidente di Sistema moda Italia. “Il 2023 e’
stato un anno sicuramente buono per il tessile abbigliamento,
con 64 miliardi di produzione, piu’ di 100 miliardi se includiamo
la pelle, la parte maschile vale quasi 12 miliardi, il +4%
dell’anno precedente, sembra tutto viaggiare in una direzione
positiva”, ha aggiunto, spiegando pero’ che le stagioni attuali
seguono a un periodo durato 20 anni in cui da una parte c’era il
lusso e dall’altra la democratizzazione che si e’ espressa col
fast fashion. Questo ha creato un problema che si ripercuote sul
sistema manifatturiero: “Meno pezzi da produrre vuol dire meno
forza lavoro necessaria, vuol dire una manifattura che entra in
una spirale di crisi. Questo e’ il problema, perche’ l’Italia e’
manifattura”. Cosi’ Pitti, ha ancora detto Tamburini, puo’
rappresentare “una vetrina importantissima per ripresentare un
mondo nuovo, fatto di brand che esistono o forse ritornano o che
si devono affermare”. Tra quelli che gia’ esistono e propongono
progetti innovativi (e sostenibili) oggi Pitti Immagine ha
deciso di sceglierne uno e assegnargli il premio Pitti Uomo: e’
Ecoalf, fondato nel 2009 da Javier Goyeneche e che in 15 anni ha
riciclato piu’ di 300 milioni di bottiglie di plastica,
risparmiato 54 miliardi di litri di acqua, ridotto le emissioni
di Co2 di 12,5 tonnellate. Inoltre le sue collezioni oggi sono
composte al 70% da un mono materiale, quindi facilmente
riciclabili. E’ stato anche consegnato il premio alla carriera a
Hirofumi Kurino, giornalista, scrittore e co-fondatore di United
Arrows, un gruppo retail che dal 1989 ha lanciato molto giovani
designers in Giappone. Ma Pitti non si ferma qui: ha allargato
il suo portafoglio con un nuovo salone dedicato alla bicicletta,
Be-Cycle, dal 26 al 28 giugno.