Il terremoto di magnitudo 3,4 avvenuto ai Campi Flegrei alle 10.01 del 3 marzo e’ un altro segnale che il fenomeno del bradisismo sta proseguendo: “si inquadra nella dinamica attuale”, ha detto all’ANSA il vulcanologo Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. E’ stato un sisma piu’ forte rispetto alla meda di quelli registrati in questa zona: basti pensare che “il 95% dei terremoti che avvengono ai Campi Flegrei e’ di magnitudo inferiore a 1 e di conseguenza non sono avvertiti dalla popolazione”, ha osservato Di Vito. Il nuovo terremoto “non e’ avvenuto nell’ambito di uno sciame”, inteso come un insieme di terremoti concentrati in un tempo breve e in uno spazio circoscritto, e rientra “nel fenomeno bradisismico che sta interessando da molti anni l’area flegrea”. Il terremoto del 3 marzo rientra cioe’ nel fenomeno “di sollevamento del suolo che sta continuando, di degassamento da alcune aree, in particolare dalla solfatara Pisciarelli, e di una sismicita’ di energia generalmente bassa, con qualche evento piu’ forte”. I terremoti che si stanno susseguendo da tempo ai Campi Flegrei , ha detto l’esperto, “stanno caratterizzando questa crisi bradisismica con ritmi che variano nel tempo, ma che ci danno un’indicazione che la crisi sta continuando”
L’ultimo grande terremoto, di magnitudo 4,2, era stato registrato ai Campi Flegrei il 27 settembre 2023 ed era stato il maggiore degli ultimi 40 anni”, come lo aveva definito allora Di Vito. Prima di questa, la crisi bradisismica piu’ recente e’ avvenuta fra il 1982 e il 1984, quando si sono registrati fino a
600 terremoti al giorno. “Con gli strumenti che abbiamo a
disposizione oggi, ne avremmo registrati molti di piu’ “, dice il
vulcanologo.
L’area che si sta sollevando e’ la stessa, ma allora il
suolo si sollevo’ fino a 179 centimetri, al ritmo di dieci
centimetri al mese, decisamente lontano da quello attuale, che e’
di 10 millimetri al mese, ha detto ancora Di Vito.
Era stata molto intensa anche la crisi bradisismica
avvenuta fra il 1970 e il 1972, con un sollevamento massimo del
suolo di 175 centimetri.