La Tuscia si presenta per far conoscere territori, aziende e prodotti. Sono oltre 70 milioni i connazionali di 2ª 3ª e 4ª generazione che vivono fuori dall’Italia
L’edizione 2023 di “Assaggi” da poco conclusa a Viterbo, la Città dei Papi, ha riconfermato il Lazio come un territorio ricco di eccellenze enogastronomiche, che continuano a suscitare interesse per la varietà delle produzioni e a riscuotere successo per l’alto livello delle stesse. Molto apprezzata è stata la partecipazione di “Expo Tuscia” DMO Destination Management Organization, programmata dal CAT Centro Assistenza Tecnica di Viterbo, che ha presentato il Turismo di Ritorno. Le DMO nascano quale partenariato fra pubblico e privato per realizzare progetti condivisi con la partecipazione delle imprese e degli enti del territorio. Questo anno è stato decretato dal Ministero del Turismo “Anno del Turismo di Ritorno. Alla Scoperta delle Origini” ed è rivolto ai nostri connazionali residenti all’estero e agli oltre 70 milioni di connazionali di 2ª, 3ª e 4ª generazione che vivono fuori dall’Italia. Lo scopo è quello di rilanciare l’immagine del nostro Paese e rinsaldare i legami per promuovere l’export e gli incontri commerciali, attraendo turismo e investimenti. Si verranno in tal modo a creare collaborazioni stabili con i nostri connazionali al fine di instaurare sinergie e relazioni continue tra imprese e opinion leader. Per far questo verranno coinvolte le varie associazioni di Italiani nel mondo per promozionare e commercializzare i nostri prodotti sia a livello nazionale che internazionale. Un invito per venire nella Tuscia viterbese per scoprire le proprie radici e conoscere il “Menù delle Origini” con i piatti di una volta utilizzando prodotti tipici e genuini, scelti con la consulenza dello chef Danilo Ciavattini. Ecco alcuni esempi: le anguille alla vernaccia del lago di Bolsena, menzionate da Dante in riferimento al Papa Martino IV che ne era ghiotto; la sbroscia o acquacotta alla pescatora, tipico del lago di Bolsena, in passato si preparava con l’acqua del lago direttamente nelle capanne sulla riva; i cavatelli conditi con sugo e finocchietto; la pasta con la ricotta, un piatto veloce e semplice che si può preparare in versione salata o dolce con l’aggiunta di cannella. Per ogni zona “Expo Tuscia” ha riscoperto un menù delle origini, ogni prodotto tipico è legato ad una storia o ad una leggenda che riporta sempre alla tradizione, come ad esempio: la tragica fine della regina Amalasunta, il regno di Agarthi, il toro che attraversa a nuoto il lago, l’avvistamento di sirene e “la Bella e la Bestia”. In questo quadro si è tenuto il workshop turistico itinerante della Tuscia: “Visit Tuscia Expo” per presentare territori, aziende, prodotti e far scoprire il nostro “Italian Life Style”, l’ambito e desiderato Stile Italiano, che non è solo moda e design ma anche e soprattutto un modo di vivere per tutti coloro che si riconoscono nei nostri valori culturali. L’evento promozionale e di commercializzazione, ha consentito ad operatori turistici, tour operator, agenti di viaggio e giornalisti della stampa di settore di conoscere le eccellenze della Tuscia viterbese e le potenzialità offerte dal territorio, nonché le attività da poter esercitare. «Le finalità del progetto che mirano allo sviluppo e alla promozione del territorio della Tuscia – ha dichiarato Vincenzo Peparello presidente della DMO “Expo Tuscia” – in tutte le sue forme: arte, cultura, gastronomia, ruralità, benessere, sport, outdoor, ambiente, paesaggi e tutto quanto concorre a creare quella “Grande Bellezza» dobbiamo quindi «continuare a lavorare tutti insieme con rinnovato entusiasmo e nuove energie» ha concluso Peparello. Il ritorno alla grande bellezza della Tuscia offre molto con linee tematiche varie, consentendo di curare anima e corpo e di vivere in prima persona un turismo esperienziale, permettono di connettersi a livello umano, emotivo e anche spirituale con i luoghi. Ricco di emozioni è percorrere, almeno in parte, la Via Francigena che presenta nei pressi di Bolsena ancora l’antico basolato romano della Via Cassia. La Via Francigena ha ottenuto nel 1994 la certificazione di “Itinerario culturale del Consiglio d’Europa”. Nel centro storico di Viterbo sorge il Museo dei Cavalieri Templari, il primo Museo Didattico Templare in Italia, con sei teche espositive contenenti reperti fra cui un’antica spada. Altro luogo da visitare è il Muvis, Museo del vino e delle scienze agroalimentari di Castiglione in Teverina, un percorso sotterraneo di oltre 3 mila metri quadrati che scende fino a 27 metri sotto il livello del mare, fino a giungere alla “Cattedrale”, dove sono conservate botti di oltre 3 metri di diametro, fra le più grandi d’Europa. L’occasione della visita è stata una degustazione online con i sindaci dei comuni della provincia di Viterbo, unitamente ai giornalisti e alle comunità dei nostri connazionali di Argentina, Uruguay e Brasile collegati in diretta. Fra i luoghi visitati nel corso del tour: il Palazzo del Drago nel centro storico di Bolsena, stupendo complesso architettonico costruito per volontà del Cardinale Tiberio Crispo; Capodimonte, con visita ai giardini pensili della Rocca Farnese, dove nacque Giulia Farnese detta la Bella e al Museo della navigazione nelle acque interne, con la piroga risalente all’età del bronzo; Marta e il Borgo dei Pescatori. La Tuscia è anche una terra di pastori, di transumanza e di formaggi, il tour itinerante ha fatto una sosta all’azienda agricola Monte Jugo, nel circondario viterbese, che ha vinto l’Oscar del formaggio, gestita dalla famiglia Ciambella da tre generazioni. Sorge in un’incantevole vallata dove sono ancora visibili i resti di un centro termale e di due templi di epoca romana. Nel prossimo mese di ottobre “Visit Tuscia Expo” ha previsto un workshop per valorizzare e promuovere prodotti e territori, a cui parteciperanno buyer italiani e stranieri nonché i rappresentati degli italiani all’estero che sono interessati ad importare i nostri prodotti agroalimentari. Questo collegamento con le associazioni di italiani nel mondo, ha dichiarato Vincenzo Peparello: «Vuole essere l’avvio di un ponte comunicativo e comunitario, nella prospettiva dell’accoglienza per il prossimo Giubileo».
A cura di Harry di Prisco